Ultimo aggiornamento: Mercoledì, 21 Maggio, 2008 0:51
DOSSIER KOSOVO
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Ridateci Milosevic, il «boia» utile
Il despota jugoslavo aveva saputo tenere la situazione sotto controllo. Poi noi e la Nato...
di Massimo Fini da «La Nazione» del 20 marzo 2004

Chissà se, un giorno, gli occidentali impareranno a non interferire nelle questioni che non li riguardano.
Ogni volta che l'hanno fatto hanno causato guai
peggiori di quelli che volevano evitare.
Il Kosovo è un caso esemplare. In Kosovo, una regione grande metà del Piemonte, 20 mila guerriglieri dellUck, bene armati e foraggiati (in parte dagli americani), si battevano contro l'esercito e le milizie paramilitari serbe. C'erano delle buone ragioni da una parte e dell'altra: quella dell'indipendentismo per gli albanesi kosovari; la difesa, per i serbi, di un territorio che era giuridicamente e storicamente loro e che era considerato la culla della nazione", quindi con Un forte si gnificato simbolico, un po' come la Palestina per gli ebrei. 1 guerriglieri albanesi, come in ogni lotta partigiana, facevano uso sistematico del terrorismo, mentre le milizie paramilitari serbe si erano rese responsabili di due eccidi di civili per un totale di 205 vittime (che divennero 2000 ma solo 'dopo' l'intervento della Nato quando, sotto le bombe, si scatenò, ovviamente, l'inferno). 205 civile uccisi sono un fatto grave, ma nulla, per dire, in confronto a quanto accade in Palestina da un paio di anni. In ogni caso, Una questione Interna allo Stato jugoslavo da far risolvere, salvo le pressioni diplomatiche, sempre legittime, dal verdetto del campo di battaglia.
Invece intervennero in nome dei 'dirittì umanitari' le democrazie occidentali che, autoproclamatesi 'poliziotto del mondo', bombardarono per settanta giorni la Jugoslavia uccidendo 10 mila civili (di cui 500 albanesi).
Risultato dell'intervento 'umanitario': dopo quella del croato Tudjman (809 mila serbi cacciati in un giorno solo dalle Krajne), in Kosovo è stata fatta la più grande 'pulizia etnica' dei Balcani. Dei 360 mila serbi che vi vivevano ne sono rimasti solo 60 mila. Sotto Milosevie le due comunità civili, serbi e albanese, in qualche modo convivevano (esercito e guerriglieri si davano battaglia,
ma convivevano), oggi questa convivenza non
è più possibile ed è necessaria l'interposizione permanente delle forze di occupazione. In più siarno andati a favorire, nel cuore dell'Europa, in Kosovo come in Bosma, proprio quella componente islarnica che oggi ci fa tanta paura e contro la quale strilliamo . E in effetti adesso, in Kosovo co ine in Bosnia, a poche centinaia di chilometri da noi, ci sono basi, sicure e protette, di Al Qaeda. Bel colpo. Complimenti. Arridateci Milosevic.