| TARANTO - Una tangente di 8.000 euro per  pilotare una sentenza: è il motivo per il  quale un presidente di  sezione del Tribunale civile di Taranto, Pietro  Vella, e un avvocato  tarantino, Fabrizio Scarcella, sono stati arrestati  dai carabinieri con  l'accusa di concussione, colti sul fatto mentre si  passavano di mano  la prima tranche della tangente, cioè 4.000 euro,  sborsati da un  benzinaio che però aveva solo finto di sottostare alla  richiesta,  informando invece i carabinieri. Gli arresti sono  scattati nell'ambito di un'inchiesta avviata dalla Procura della  Repubblica di Potenza, competente ad indagare sui magistrati di Taranto.  Vella e Scarcella saranno interrogati domani dal gip. Il Comitato di  presidenza del Csm ha disposto l'apertura di una pratica, assegnandola  alla Prima Commissione, competente sui trasferimenti d'ufficio dei  magistrati. Sono stati anche trasmessi gli atti al Pg della Corte di  Cassazione, che «peraltro - è scritto in una nota del Csm - aveva già  adottato le determinazioni di competenza, anche in ordine ad altri  comportamenti di rilevanza disciplinare».
 Il presidente dell'Ordine  degli avvocati di Taranto ha dichiarato di aver appreso «con sgomento»  della vicenda, confidando nel lavoro della magistratura e assicurando  che sarà fatto «quanto in nostro dovere secondo quello che la legge ci  impone nei confronti del nostro iscritto».
 
 Secondo quanto accertato dai carabinieri, l'avvocato avrebbe  fatto avvicinare da un suo collaboratore il titolare di una stazione di  servizio che aveva un contenzioso con una compagnia petrolifera. Al  benzinaio sarebbe stata paventata l'ipotesi di una visita ispettiva  dell'Agenzia delle Entrate, seguita dal consiglio di rivolgersi allo  stesso avvocato per risolvere la vicenda.
 Il benzinaio ha accettato  l'invito, ma a quel punto gli sarebbe arrivata la proposta del legale di  pagare una tangente di 8.000 euro, denaro che l'avvocato avrebbe dovuto  spartire con il giudice al quale era affidata la causa, per pilotarne  la decisione.
 Il titolare della stazione di servizio ha finto di  sottostare alle pretese, riferendo tutto ai carabinieri. Così è scattata  la trappola, con il benzinaio che si è presentato all'appuntamento per  la consegna della prima tranche della tangente dopo che le banconote  erano state fotocopiate e munito di una microcamera con la quale ha  filmato tutto. Gli arresti sono scattati qualche ora dopo, quando  giudice e avvocato si sono incontrati per dividersi la somma di denaro.
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