Ultimo aggiornamento: Mercoledì, 21 Maggio, 2008 21:10
TANGENTI AL COMUNE DI GENOVA
Stefano Francesca, Massimo Morettini, Claudio Fedrazzoni, Giuseppe Profiti e Massimo Casagrande, Paolo Striano, Alfonso Di Donato , Roberto Alessio

 

21 maggio 2008
Tangenti in Comune, cinque arresti
L'accusa: associazione a delinquere

Stefano Francesca, portavoce del Sindaco Marta Vincenzi, Massimo Casagrande e Claudio Fedrazzoni, entrambi ex consiglieri Ds, e un imprenditore vercellese, Roberto Alessio, avrebbero costituito una 'banda' per monopolizzare gli appalti delle mense ospedaliere e scolastiche di Genova e della Liguria. Arresti domiciliari per Giuseppe Profiti, direttore del Bambin Gesù di Roma


Associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d'asta. È questa l'accusa che ha portato in carcere Stefano Francesca, portavoce del sindaco Marta Vincenti, Massimo Casagrande e Claudio Fedrazzoni, entrambi ex consiglieri Ds, e un imprenditore vercellese, Roberto Alessio. È in stato d'arresto, ma domiciliare, anche il professor Giuseppe Profiti, direttore del Bambin Gesù di Roma. La clamorosa svolta dell'indagine sulle presunte tangenti per la gestione delle mense scolastiche e ospedaliere di Genova e della Liguria è maturata nella mattinata di mercoledì. I militari della Guardia di Finanza hanno eseguito le misure di custodia cautelare emesse dal Gip Roberto Fucina. E lo scandalo che aveva già turbato la politica ligure, e in particolare il Comune di Genova, diventa una tempesta.
Il primo ad essere arrestato - come ha confermato uno dei suoi legali, Giuseppe Sciacchitano - è stato Stefano Francesca, portavoce del sindaco diessino Marta Vincenzi. Poi sono finiti in manette l'avvocato Massimo Casagrande, ex consigliere Ds come un altro arrestato, Claudio Fedrazzoni. Insieme ai tre politici è stato colpito dal provvedimento del Gip anche un imprenditore vercellese, Roberto Alessio, titolare dell'omonima azienda di carni.
Nella sua ricostruzione il Pm Gabriele Pinto sostiene che Francesca, Casagrande, Fedrazzoni e Alessio avevano costituito una 'banda delle mense'. Nelle 620 pagine dell'indagine si ipotizza infatti che l'obiettivo dei quattro era monopolizzare la gestione delle mense ospedaliere e scolastiche di genova e della Liguria. Alessio avrebbe pagato materialmente le tangenti e poi gestito gli appalti tramite la sua azienda. I due ex consiglieri comunali di Genova avevano invece il ruolo di intermediari con gli esponenti politici e i dirigenti delle Asl.
Con questo sistema la 'banda' sarebbe riuscita ad aggiudicarsi un gara per la fornitura delle mense ospedaliere della Asl 2 di Savona. Ed è per questo che è stato sottoposto agli arresti domiciliari anche il direttore dell'ospedale Bambin Gesù di Roma Giuseppe Profiti. All'ex manager dell'azienda sanitaria savonese sono contestati i reati di corruzione semplice e turbativa d'asta. Secondo la ricostruzione del Pm non faceva parte della 'banda' e per questo gli sono stati concessi i domiciliari.
Dopo il 'colpo' alla Asl di Savona, il nuovo obiettivo di Francesca, Casagrande, Fedrazzoni e Alessio era mettere le mani sulle mense scolastiche genovesi. Un obiettivo importante e redditizio: ottenere l'appalto significa fornire 26 mila pasti al giorno. In questo caso i due intermediari avrebbero cercato di prendere contatti con due assessori dell'attuale giunta di sinistra: Massimiliano Morettini e Paolo Striano, entrambi hanno già presentato le dimissioni. I due ex assessori non stati raggiunti da alcun ordine di custodia cautelare, così come un'altro indagato: Alfonso Di Donato, direttore della Asl 2 di Savona.
L'indagine della Procura si basa su un anno e passa di intercettazioni telefoniche e ambientali, con microspie piazzate in uffici pubblici e privati ma soprattutto nei ristoranti genovesi dove i protagonisti della vicenda si sarebbero incontrati per parlare di affari e "mazzette". Gli arresti odierni seguono al lungo interrogatorio (17 ore) cui è stato sottoposto nei giorni scorsi l'avvocato Casagrande. Secondo indiscrezioni nel mirino della procura ci sarebbero anche i finanziamenti della campagna elettorale dello scorso anno
da Repubblica del 21 maggio 2008 (Massimo Calandri e Giuseppe Boi)